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The Defectors Official Website | Bad Afro Records Official Website | ||||||||||||||
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The Defectors, dalla Danimarca, una band che messa su di un palco, trasforma una notte in festa, con Mort Harder che percuote il suo microfono e si divincola giusto come se avesse inghiottito una tonnellata di sostanze dopanti. Li vidi e scambiai 4 chiacchiere con Mik Stegger (guitar), nell'ultima edizione del Festival Beat vicino a Piacenza e rimasi impressionato dalla loro attitudine on stage. La loro sembra una vita da atleta della tossicità, passata nel canale del garage più malato, un'esistenza precaria che ha permesso ai The Defectors, nati nel 1997, di incidere due albums per la ESP-Recordings per poi ripresentarsi all'appuntamento con questo "Turn Me On!" edito da Bad Afro Records. Così in questo nuovo capitolo i 60's regnano ancora incontrastati, marci e depravati, tenebrosi come la notte ed horror come qualche trash movie dedicato a Dracula, Zombies ed affini. E' così che si gira fra The Sonics e The Cramps, fra lanciate marcette rock'n'roll e psycho sprazzi di farfisa, sui quali la voce sgangherata di Mort tesse le sue trame. Il disco gira con suoni vetusti come il lavoro più vecchio del mondo. Giù a "manetta" con l'iniziale "Brought Up As A Dog", fra Elvis ed ordinaria follia, per poi arrivare alla cartoonesca essenza horror di "Pretty Baby". Quindi sovviene la melodica "It's Gonna Take Some Time", scelta come primo singolo e nella quale le background vocals sono affidate a Lorenzo dei Baby Woodrose. Un acido ed oscuro trip causato da psicofarmaci misti ad un non ben specificato quantitativo di Riccadonna Vermouth, a quanto pare l'unica bevanda gradita ai The Defectors, sembra prendere forma nella lugubre atmosfera di "Trick Daisy". Rolla e picchia a dovere la successiva "Leave Me Alone" prima di lasciare ai The Defectors l'onore di condurci sulla soglia di casa Adams con "Sleepwalking", fra urla, batteria scassata e percussioni in stile spade cozzanti. "It's You" fa molto The Sonics mentre "C'mon Shake!" tira fuori dal cassetto un riff inaspettato e di grande presa. Ma la testa rimane sulle nuvole e la malattia debilita sempre più i nostri, i quali giunti ad un evidente stato di allucinazione, partoriscono la funerea "Getaway Man". Con "Come On Down" si ballonzola piacevolmente prima della conclusiva "The Zoom-Out" nella quale l'organo fa bingo, dando forma a circa 6 minuti di lisergica genialità! Avete un giradischi? Il vinile è la vostra passione? Vi piace fumare? Trangugiate notevoli quantità di grappa, vino e chi più ne ha ne metta? Amate i lunghi trips? Il vostro sonno è tormentato da inspiegabili incubi? Siete, in definitiva, malaticci? Bene se tutte le risposte a queste domande sono affermative, preparatevi ad andare al creatore con "Turn Me On", altrimenti vivetevela serenamente ed aspettate la vostra ora. Ed ora la risata maligna è d'obbligo! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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Vote: 7,5 |